Alla partita contro il Sassuolo avevamo chiesto soltanto una cosa, in maniera accorata. Le avevamo chiesto la conquista dell’intera posta in palio in termini di punti in favore di una Udinese che aveva bisogno di quel beneficio come il pane. E invece il feedback che ci ha lasciato la partita contro gli emiliani è stato ben differente. Ci è stata restituita una Udinese assolutamente inoffensiva, soporifera e non certamente motivata rispetto alla vittoria. Invece della conquista di tre punti in più c’è invece il compimento di tre passi indietro. E chi se l’aspettava dunque che anche sulla Udinese di Tudor continuassero a ripiombare le antiche paure, e per giunta quelle peggiori. Siamo passati dalla Squadra motivata vista contro l’Empoli e per giunta contro la Roma ad una squadra praticamente infruttifera a livello agonistico. E con quale faccia ci andiamo ora nella tana dell’Atalanta allupata e protagonista sulla breccia del!a sua ricorsa alla zona Champions? Non ci possiamo andare certi cin la faccia dei marinai in balia delle onde, perché altrimenti finiremo travolti dal piuttosto incurante tsunami bergamasco. Non c’è pertanto alcuna affermativa a ributtarsi di nuovo a capofitto a Nuzzo duro sulle avversarie. Non è minimamente sostenibile che in questo finale di campionato torni a presentarsi sulla scena l’Udinese di Nicola che annaspava a vista d’occhio, e che verrebbe letteralmente schiaffata al confino dalle altre pretendenti alla salvezza. Bisogna tornare immediatamente a mangiare il terreno in faccia all’avversario di turno, almeno nelle partite abbordabili. Quindi a Bergamo ci si deve andare con l’obiettivo di fermare almeno sul pari la Dea. E lo stesso atteggiamento ci dovrà essere in quel di Udine al cospetto dell’Inter, anche lei in cerca di punti. Udinese, non hai alternative… Devi per forza tornare a squadrare con il solo sguardo guerriero le tue concorrenti dirette. Solo così potrai candidarti alla conquista di quei 6/7 punti che ti mancano per ottenere la conclamazione effettiva della salvezza più dura da conquistare dell’era Gino Pozzo.