A volte capita di dover cestinare del tutto un’esperienza anche solo parzialmente positiva per lasciare bianco il foglio del proprio curricula, ricominciando a scrivere il percorso totalmente da zero. Questo capita proprio ora all’Udinese, che deve capacitarsi del fatto che relativamente alla prima partita di Coppa Italia giocata contro il Sudtirol vi era solo e soltanto un tempo buono, proprio il secondo, buttando via del tutto una prima frazione di gioco che qualifica l’esordio casalingo come “da dimenticare e rimuovere”. Ora bisogna quindi isolare l’unico stralcio di gara promettente e ripartire proprio da lì, pensando già alla prima gara di un campionato che deve principiare su basi decisamente migliori. Questo perché domenica c’è il Milan e non ci si può permettere certo delle frazioni di gioco spese tra indecisioni, stenti e sbadigli vari. Bene o male si deve raccogliere il meglio che questa Udinese possa esprimere e proporre solo quello, come rampa di lancio per un trend che deve essere comunque sia di continua crescita, da qui al mese di dicembre almeno. Non c’è alternativa a questo copione per l’Udinese, che quest’anno parte un briciolo rafforzata ma deve comunque sia spremersi fino in fondo per raggiungere il suo livello medio, che anche quest’anno rasenta una sufficienza, anche se più rotonda di quella del finale della stagione precedente. Dicendola semplice, questa Udinese promette un briciolo meglio rispetto alla stagione precedente, ma non può certo permettersi di vivere di rendita. Tutt’altro. Bisogna incominciare il percorso che deve portare al raggiungimento dell’optimum della forma, come sempre, essendo pienamente consci del fatto che questo percorso non sarà breve nemmeno in questa stagione. Altro che squadra che parte sin da subito a livello ottimale, quindi. Probabilmente dovranno passare una decina di settimane prima che l’Udinese raggiunga livelli giustificanti una diffusa soddisfazione. Eppoi, rispetto all’anno scorso dovrà cambiare anche un fattore, Bisognerà introdurre quella continuità che non essendoci stata è stata un handicap per l’Udinese dell’anno scorso. Raggiunto il proprio livello, in buona sostanza bisogna mantenerlo pensando soltanto a mettere fieno in cascina. Un fieno che ovviamente è costituito dai punti che potranno portare l’Udinese ad attestarsi nella migliore delle ipotesi a ridosso del decimo posto nel ranking tricolore. Ma non è detto, purtroppo, che anche questo campionato non si giocherà a lottare per un obiettivo minimo, quello della salvezza. Questo perché l’Udinese è cresciuta abbastanza poco a livello di tasso di qualità esprimibile. Di riflesso il livello delle sue prestazioni e di conseguenza i suoi risultati è facile che la portino a riproporre una stagione non certo brillante, alla stessa stregua di quanto accaduto la scorsa stagione. Ciò che rappresenterà il differenziale sarà la capacità di mister Tudor di permettere lo sfruttamento delle qualità dei singoli di nuova introduzione, che si spera non servano soltanto a rimpiazzare i partenti ma rappresentino quel quid sostanziale in più in grado di permettere la maturazione di un bottino proporzionalmente superiore in termini di punti stagione.