PUNTO BIANCONERO | Udinese, quel che più conta è essersi ricostruiti, la spina dorsale in primis…

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Con la presentazione in Piazza ad Udine è incominciata per l’Udinese una nuova stagione che si spera essere meno deprimente rispetto a quella conclusasi prima delle olimpiadi estive. L’impressione è che l’Udinese che da poche ore ha raccolto l’abbraccio del suo pubblico sia effettivamente molto più rinfrancante nel confronto con quella che si è salvata dalla retrocessione all’ultimo respiro un paio di mesi fa. Una squadra che, probabilmente per effetto dell’apporto tecnico del mister Runjaic arrivato inaspettatamente ad Udine, sembra avere guadagnato in quadratura (il gioco a memoria sembra anche se parzialmente ripristinato) coralità e tasso tecnico. Per quanto riguarda la coralità molto attiene alla sfera motivazionale, e da questo punto di vista si sta piano piano cogliendo l’obiettivo di fare di nuovo “movimento” con una certa convinzione all’ombra del Bòuenergy Stadium. Il gruppo deve funzionare, e se può percepire l’ottimizzato calore del pubblico questo può avvenire con una certa evidenza. Questa Udinese sta tornando passo dopo passo a nutrirsi dell’immagine di squadra rappresentativa della friulanità, immagine che le era perfettamente attagliata qualche anno fa. Per quanto riguarda le risorse tecnico tattiche si è registrata l’immissione nel gruppo squadra di nuove leve dal sicuro sovrappiù tecnico. E’ arrivata di nuovo gente del calibro di Alexis Sanchez, Pizarro, Iker Bravo ed Esteves, con Ekelenkampp che è la ciligina sulla torta delle nuove immissioni e va a rafforzare il motore a centrocampo. Quanta qualità tra questi uomini, ai quali si aggiunge anche il promettente Martins arrivato in valutazione direttamente dall’inglese Whatford di Gino Pozzo. Un ottimo puntello per la difesa è Buta, che va a rafforzare un reparto che comunque deve perfettirsi, alla luce delle prime rilevanze di campo. Quella vista negli ultimi tempi è una Udinese che torna a convincere, ma non ci limitiamo a fidarci della classica “rondine che fa primavera”. Solo dopo la metà del mese di settembre potremo intraprendere valutazioni ponderate e credibili sulla pasta di questa Udinese. Ora lasciamo che sia il campo a darci il “polso della situazione”, e attendiamo quindi di incamerare un plafond di numeri che ci dia l’esatta dimensione del progresso probabilmente compiuto dalle zebrette. Come detto, quel che più conta è aver ricostituito un movimento sportivo che sembra più affiatato e corale di qualche tempo fa.

Di Valentino Deotti