
Iniziamo questa edizione della nostra rubrica Punto Bianconero con ottime premesse, visto che siamo nella condizione di poter mettere in enfasi come la vittoria dell’Udinese contro il Parma sia stata la vittoria della continuità. Nel primo tempo l’Udinese è stata una squadra non trascendentale, soprattutto perché ha avuto a che fare con la complicazione creata dall’atteggiamento piuttosto barricato del Parma, che nel primo tempo si è chiuso nella propria area senza mai alzare il baricentro e la testa, Questo perché per una squadra di bassa classifica come il Parma aveva un obiettivo solo, sul difficile campo di Udine. Il Parma doveva evitare di subire quel gol che le avrebbe tarpato definitivamente le ali, e che comunque è stato subito dal Parma grazie alla pervicacia e all’intraprendenza dell’Udinese. Una squadra che comunque sia ha tenuto fino al trentesimo circa il pallino del gioco, facendo girare palla con grande ordine tattico, precisione nei passaggi e solidità. Una solidità che per meglio dire si può tradurre con il termine continuità, visto che l’Udinese ha dimostrato il suo valore tecnico mostrando grande qualità assieme alla persistenza nel mettere pressione al Parma. Una pressione continua che ha fruttato come conseguenza primaria l’episodio fondamentale della partita. Dopo l’ennesima azione persistente dell’Udinese Thauvin partendo dalle zone esterne come sempre ha cercato di fare è andato al tiro, e il un difendente del Parma nel tentativo di recuperare, in mezzo agli affanni dati dal continuo essere sotto torchio ha letteralmente perso la testa, mettendo la mano sulla traiettoria del pallone. L’azione del Parma in un primo momento continua ma l’Udinese continua a reclamare perché da vicino ha visto bene la dinamica dei fatti che dice che c’è stato un evidente fallo di mano in area che parla chiaro. Fortunatamente ben presto arriva il VAR con Paterna che richiama l’attenzione dell’arbitro di campo inducendolo ad andare alla on field review, ovvero la visualizzazione video della dinamica esatta dei fatti dal monitor di bordo campo. Dalle immagini si vede in maniera lapalissiana che lo scarso controllo situazionale dato dal momento di pressione subito dal Parma ha portato un difensore a colpire grossolanamente il pallone col braccio in mezzo all’area. Per l’arbitro è rigore, e a questo punto vediamo proprio quello che si saremmo auspicati di vedere. L’Udinese contrariamente a quel che accade per il Parma sconfigge il nervosismo, abbraccia la lucidità e Lucca trova la lucidità e la tranquillità per dare l’esempio. Lucca fa subito capire che il rigore non lo intende tirare lui questa volta, e si allontana chiaramente dal pallone lasciando spazio a Thauvin. Una apertura figlia della tranquillità di chi capisce che la volta precedente ha sbagliato a imporsi come tiratore, e fa il bene della squadra consegnando con grande tranquillità la chance per il tiro dal dischetto a Lucca. Un gesto che riporta immediatamente grande serenità in tutti, in specie perché poi Thauvin ha fatto centro dal dischetto, mettendo a segno II gol del vantaggio bianconero. Dalla bonarietà di Lucca e dalla conseguente lucidità di Thauvin indotta anche dal fatto di avere ricevuto da Lucca un atto di grande correttezza che mette le cose a posto scaturisce quello che sarà l’ingrediente cardine per il futuro prossimo dell’Udinese, e anche per quello meno prossimo. Trattasi appunto di una grande serenità per l’Udinese, che così può guardare con grande raziocinio al futuro dopo i tre punti che si sono potuti conquistare con il tiro dai sedici metri. Oramai l’Udinese è a 39 punti, a dichiarare l’avvenuta salvezza manca solo la certezza matematica, e quindi già contro la Lazio potrà giocare con l’ingrediente decisivo. Una grande dose di leggerezza e libertà mentale in più, regalata proprio dalla grande onestà intellettuale e tranquillità che ha portato a segnare il rigore grazie ad una rinnovata chiarezza e concordia tra i protagonisti in campo un clima che ha riaperto il cuore dei bianconeri. Bianconeri che così possono guardare alla partita contro la Lazio a Roma con un grande clima interno e con la lucidità che può portare la squadra ad esprimersi al meglio, maturando grazie alla tranquillità una piena consapevolezza dei propri numeri e delle proprie potenzialità. Quali migliori premesse per poter rilanciare in quel di Roma, mantenendo i piedi per terra con il giusto equilibrio maturato, ma provando però a dimostrare quell’audacia che potrebbe portare addirittura l’Udinese a cogliere il bersaglio grosso ? E’ logico però che bisognerà stare accorti, perché la Lazio sul proprio campo con in mano la sua qualità ce ne può combinare di tutti i colori, ma grazie alla grande serenità maturata in conseguenza della rappacificazione interna l’Udinese siamo certi saprà mantenere quella compattezza e quel rigore che a questo punto possiamo benedire come la svolta della tranquillità. Una tranquillità grazie alla quale l’Udinese può arriva a chissà quale traguardo ora. Ora che si è messa la testa a posto il sogno di un campionato sfavillante può continuare, e se nell’articolo precedente abbiamo ringraziato mister Runjaic per la sua provvidenzialità, ora possiamo dire che Lucca con la maturità dimostrata nello sdoganare il capitolo “chi tira dal dischetto” ha riportato quella serenità che potrebbe segnare la svolta definitiva, in un campionato nel quale l’Udinese non ha più nulla da perdere e senza colpi di testa potrà mantenere finalmente quell’equilibrio che con il beneficio della costanza potrà davvero portarla in alto. L’umiltà di un ragazzo di nome Lucca che ha capito di non essere una prima donna ma solo un elemento di un collettivo che deve restare compatto, ha indotto quella limpidezza d’ambiente e quel ricompattamento che potrebbe portare l’Udinese a trovare la quadra definitiva sulle proprie potenzialità, rimuovendo quelle insidie ambientali disgreganti che potevano essere pericolosamente l’unico elemento capace di distrarre l’Udinese complicando una cavalcata che con il beneficio della serenità ora può trovare sempre meno ostacoli portando l’Udinese ad esprimere il suo potenziale più puro. Grazie quindi per aver riportato compattezza in un momento chiave del campionato, con la maturità dimostrata con un passo indietro per il quale ora tutti ti devono il grazie per una svolta morale che cementerà le certezze di un gruppo che ora solo finire di raccogliere quanto seminato, lontano da squilibri dati da pecche di gioventù che potevano rappresentare l’unica palla al piede. Ricordiamoci però di mantenere sempre i piedi ben saldi a terra, perché anche da qui passa la strada per la maturità, e a Dio piacendo, per i momenti della grande gratificazione in coda ad un campionato che oramai può solo regalare i frutti della compattezza e della serenità di un gruppo che grazie al ripensamento di saggezza di un ometto di nome Lorenzo può dirsi finalmente restaurato nella misura necessaria a raccogliere quanto ancora possibile raccogliere nella decina o poco più di turni che ci separano da quella che grazie alla saggezza delle parti sarà solo l’autentica festa finale di un gruppo che sarà consapevole di avere fatto tutto il possibile o giù di li per onorare la fiducia di un popolo bianconero sempre più riconoscente per i risultati ottenuti dalla squadra che è sempre più rappresentativa delle più autentiche credenziali che hanno costituito le fortune dell’intero popolo che rappresenta, con la sempre maggiore onorabilità di chi sa che alla fine ce l’avrà messa tutta senza riserve. Grazie per la tua persistenza, che siamo sicuri che oramai avrà pochi momenti di flessione da qui alla fine, soprattutto in virtù delle ritrovate stabilità e compattezza che erano le unica credenziali richieste mancante all’appello in vista del rush finale che di questo passo sarà un autentico trionfo.