Ora l’impressione è definitiva. L’Udinese di questa annata non ce la fa proprio a tenere il passo delle altre realtà del campionato. E anche se il suo gioco non pare essere da buttare, il livello di concretezza della squadra è così ridotto al lumicino che si riesce a pensare soltanto a fare si che il tonfo finale non sia troppo fragoroso. Oramai è giunta l’ora di pensare concretamente ad attutire l’impatto rispetto ad una oramai possibile discesa nella serie cadetta. Questo perché la classifica parla chiaro e il livello di produttività della squadra è davvero ridotto all’osso. Così come la lucidità propria del collettivo ora gestito da Mister Nicola, che per quanto è bassa lascia pensare a tutto fuorché ad un possibile ritorno a livelli accettabili. Quella di domenica prossima ventura sarà peraltro ragionevolmente la gara del “là o rompi”. Tanto che o si vince al cospetto del Chievo o si lascia la strada aperta al ripresentarsi di scenari già visti, con Nicola stesso che per come stanno le cose ora non è escluso che sia costretto a rimettere il proprio mandato nelle mani della Famiglia Pozzo. Le cose vanno talmente male, anche con il mister piemontese, che nessuno è nella possibilità di escludere che sia giunta l’ora di rimettere in discussione la gestione tecnica della squadra. Oramai è venuto veramente il momento di pensare a lasciare il timone della realtà calcistica bianconera a mani esperte che possano condurre il vascello bianconero in un porto sicuro, lontano da tormentose acque che possano condurre a fondo un progetto, anche societario, che oramai annaspa da tempo. Oramai bisogna pensare a dare la squadra a chi la può portare alla salvezza, e anche se lo stesso Nicola è uno di quegli allenatori da ultima spiaggia oramai ha dato prova di non riuscire a tenere la squadra sulla strada maestra. Quindi, o si vince domenica o si prepara la strada ad un altro ribaltone, cercando qualcuno che sappia far recuperare all’Udinese un il passo della dignità. Un passo perso oramai da troppo tempo. Quanto alle disavventure arbitrali è ovvio che riteniamo un atto forzato quello di annullare il gol del pareggio bianconero a Torino. Questo poiché, in tutta serenità stavolta. l’attaccante bianconero tacciato di fuorigioco nell’azione incriminata latita si nel cono d’ombra del raggio d’azione del portiere avversario, ma è in uno stato passivo e distante tale da non creare il minimo pensiero a giocatori avversari. E quindi, da regolamento, facilmente il gol era da ritenersi convalidabile. Sciagurata invece la decisione di far tirare per l’ennesima volta un rigore a Rodrigo De Paul, che è l’emblema dello stato di alienazione, di perdizione, in cui versa una squadra come l’Udinese. Che oramai non riesce più a tenere il passo delle altre e quindi per la legge dei numeri è una delle prime candidate che tra qualche tempo stando così le dinamiche rientrerà nel pieno della lotta per non retrocedere. Con speranze di uscirne incolume che sono tutto fuorché nutrite, allo stato dell’arte…
Articolo d’opinione di
Valentino Deotti
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