
Ora lo possiamo proprio dire, senza timore di smentita. Se possiamo benedire il fatto di trovarci con la bellezza di 36 punti sonanti in classifica e una salvezza praticamente già conquistata è principalmente un fattore. Tanta grazia è stata apportata dal determinismo di mister Kosta Runjaic, che dopo aver testato un 3-5-2 che non dava i frutti sperati a pieno ha deciso di virare sul classico 4-4-2 offensivo che ha fatto le fortune di molte realtà calcistiche in lungo in largo per l’Italia ed evidentemente le ha fatte anche per l’Udinese. Dal momento dell’introduzione del tradizionale e benedetto sistema di gioco all’italiana l’Udinese ha è cambiata da recto a verso. L’ingrediente principale apportato una quintalata di solidità in più, con l’Udinese che è assai più infrangibile in difesa dopo aver piazzato lì l’accoppiata dei centraloni Bjol e Solet che stanno sta facendo brillare gli occhi a mezza Serie A, che si spera non ce li porti via, ma sarà dura trattenerli, vista la loro autentica esplosione. Poi c’è un centrocampo che nessuno riesce più a prevedere nell’agire e che quindi riesce a ubriacare anche con la sua imprevedibilità anche per esempio le realtà più piazzate e ineludibili come per esempio il Napoli, che le sue camice le ha sudate per contenere l’eclettismo del centrocampo bianconero ed evitare che per lì passasse anche la palla della sconfitta partenopea, e non solo quelle che hanno portato l’Udinese a mettere in saccoccia un pareggio e quindi un punto che hanno spalancato le porte del Paradiso all’Udinese. Da quel momento, anche grazie al fatto di avere guadagnato una rinnovata puntualità in zona gol grazie all’estro di nuovi portenti come Ekelenkamp e Atta, altri indiziati a venire portati via presto da Udinese in ragione di un eufemisticamente elevato tasso tecnico, l’Udinese non ha più finito di sbattere le ali per continuare un volo che la sta conducendo dove mai si sarebbe pensato potesse arrivare. Dieci punti “solo” nelle ultime 4 gare, con una media punti altissima quindi e una squadra che viene ammirata da chiunque per la sua capacità di mantenere alta la tensione e la concentrazione restando alta e produttiva con una continuità pazzesca praticamente di fronte ad avversari di qualsivoglia cabotaggio. E’ questa la grande innovazione che sta portando in alto l’Udinese, una continuità mai vista che è stata mantenuta, in maniera benedetta, non solo per la gara con l’Empoli ma anche, come nel migliore degli auspici, anche nella gara di Lecce in cui l’Udinese ha detto la sua per tutta la gara mantenendo il pallino del in lungo e in largo per tutto l’arco di una gara in cui si è attestata un’altra volta al 65% di possesso palla. C’è poco da fare, mister Runjaic ha portato una nuova mentalità vincente, e lo ha fatto grazie alla sua serietà e costanza. Qualità apprese anche dalla squadra, che sicuramente dal Mister ha imparato che per arrivare in alto bisogna mantenere la testa sul pezzo, sempre. Ora però l’Udinese avrà dalla sua una grande prerogativa in più, quella di poter giocare, a salvezza oramai acquisita, con la grande tranquillità di chi ha acquisito consapevolezza sulle sue qualità e non ha più nulla da perdere, potendosi concentrare ancora di più e in piena libertà senza le preoccupazioni che fino a qualche tempo fa ne minavano il rendimento. Possiamo quindi stare certi del fatto che con il beneficio di una rinnovata tranquillità e della maturità acquisita grazie al lavoro sulla mente dei giocatori fatto dal mister teutonico, l’Udinese potrà quindi progredire ancora e dare tutto, partita per partita. Ora quindi sarà difficile, grazie alla solidità di squadra introdotta dal lavoro del mister, che l’Udinese incappi in grandi flessioni da qui alla fine di un campionato che potrebbe regalare qualcosa di davvero inaspettato alla tifoseria bianconera in termine di traguardi raggiungibili. Ma se l’Udinese è arrivata a questo livello di consapevolezza è solo per i grandi insegnamenti di un allenatore arrivato a Udine nello scetticismo generale e che si è rivelato l’uomo decisivo per un cambio di mentalità davvero imponente che ha rappresentato le fortune dell’Udinese. Quindi giunti a questo punto, incrociando le dita, possiamo dire solo… Viel dank fur alles, Herr Runiajc !
Di Valentino Deotti